Soprattutto d’estate molti stranieri ricevono un Decreto di Espulsione: cosa fare in questo caso? Si tratta di una procedura molto complessa, che ha molte sfaccettature, e che abbiamo già ampiamente descritto in un nostro precedente articolo.
Può spaventare la complessità della materia trattata, ma vale la pena considerare che esistono strumenti legali per tutelare, oltre che la sicurezza dello stato, anche l’interesse e i diritti del cittadino straniero destinatario del decreto di espulsione.
Il primo consiglio da dare, e in assoluto il più saggio, è quello di cercare un’adeguata assistenza legale, ma prima di farlo è bene capire quello che si affronta.
Decreto di espulsione: cosa fare quando mi notificano un provvedimento di espulsione prefettizia?
I provvedimenti di espulsione prefettizi sono atti “recettizi”, ossia hanno effetto solo nel momento in cui vengono notificati all’interessato.
Ovviamente, essendo immediatamente esecutivi non possono essere sospesi a causa della loro impugnazione, a meno che non sia il giudice a sospenderli, eccezionalmente e solo se ci sono validi motivi. Questo significa che, considerando che l’interessato deve trovarsi al di fuori dei confini nazionali entro 7 giorni, l’eventuale accoglimento del ricorso avverrà quando l’interessato sarà già al di fuori dei confini dell’Unione Europea, e sarà necessario ottenere nuovo visto d’ingresso per ritornare in Italia.
Il ricorso va presentato entro 20 giorni dalla notifica del decreto di espulsione, dinanzi al giudice di pace del luogo dove ha sede l’autorità che ha disposto l’espulsione. Se, ad esempio, il decreto di espulsione viene disposto dalla prefettura di Padova, dovrò depositare il ricorso presso il Giudice di Pace di Padova.
Il ricorso può essere depositato dallo straniero autonomamente, ma in seguito si rende necessaria l’assistenza di un difensore di propria fiducia o d’ufficio, con il diritto ad accedere al patrocinio a spese dello Stato.
Nel caso in cui il giudice rigetti il ricorso, l’interessato può ricorrere in Cassazione.
Cosa devo fare quando mi notificano un’espulsione ministeriale?
Data la natura altamente discrezionale dei decreti di espulsione ministeriale, questi sono insindacabili nel merito. Possono essere impugnati solo riguardo all’adeguatezza formale della motivazione davanti al giudice amministrativo.
Il ricorso dovrà essere presentato presso il TAR del Lazio entro i 30 giorni dalla notifica del provvedimento.
Decreto di espulsione, cosa fare nel caso di un richiedente asilo
I richiedenti protezione internazionale hanno diritto al rilascio di un permesso di soggiorno valido per sei mesi. Questo è rinnovabile fino alla decisione della domanda o comunque per il tempo in cui è autorizzato a rimanere nel territorio nazionale per la durata di tutte le fasi, sia amministrativa che giudiziaria, necessarie all’esame dei requisiti per il riconoscimento della protezione internazionale.
Spesso, costoro sono destinatari di decreti espulsione prefettizia, ma bisognerà verificare a che punto si trovi la procedura di richiesta di protezione internazionale.
Se il decreto ha raggiunto l’interessato nel momento in cui la domanda di protezione internazionale è ancora pendente, il decreto sarà annullabile in quanto emesso in violazione dell’articolo 7 D.Lgs. 25/2008. Tale norma, infatti, definisce il diritto per chi ha presentato domanda di asilo a rimanere sul territorio dello Stato fino alla decisione della commissione territoriale.
Il decreto di espulsione può colpire anche un minore?
Ovviamente quanto abbiamo appena descritto riguarda stranieri che abbiano raggiunto la maggiore età. La situazione cambia nel caso questi siano minori non accompagnati! Hai bisogno di assistenza in questo campo? Contatta il nostro studio: la prima consulenza è senza impegno!
Articolo scritto in collaborazione con l’avvocato Maria Monica Bassan