Siamo abituati a pensare che, quando una persona viene giudicata colpevole di un reato, la condanna si traduca in un periodo di reclusione. Eppure non è sempre così: la legge prevede infatti alcuni modi per non comminare il carcere a un imputato ritenuto colpevole, e uno di questi è il decreto penale di condanna.
Cos’è il decreto penale di condanna, e cos’è cambiato recentemente
Il decreto penale di condanna è un provvedimento del Giudice per le indagini preliminari, disposto su richiesta del Pubblico Ministero. Viene adottato quando per i reati contestati è possibile applicare una sanzione finale costituita dalla sola pena pecuniaria, anche se in sostituzione di quella detentiva.
Attualmente, a seguito della riforma Cartabia, le condizioni sono variate rispetto a prima. Il valore giornaliero di ragguaglio tra la pena detentiva convertita in pecuniaria, ossia quanto denaro dovrà versare il reo per ogni giorno di reclusione comminato, non può essere inferiore a euro 5 e superiore a euro 250 giornalieri. Precedentemente andava da un minimo di 75 euro a un massimo di 225 euro. Nondimeno deve corrispondere alla quota di reddito giornaliero che può essere impiegata per il pagamento della pena pecuniaria. Si tengono in considerazione sia le complessive condizioni economiche, patrimoniali e di vita sia dell’imputato sia del suo nucleo familiare.
Quali sono i vantaggi di questa alternativa?
Il vantaggio del decreto penale di condanna consiste nel fatto che non si provvederà alle spese del procedimento né all’applicazione delle pene accessorie. Inoltre, anche se divenuto esecutivo, ovvero passato in giudicato e quindi definitivo perché non più suscettibile di impugnazione, non ha efficacia nel giudizio civile.
La caratteristica più degna di nota è che il reato si estingue se nel termine di 5 anni, se concerne un delitto, o di due anni nel caso di una contravvenzione, l’imputato non commette un altro reato della stessa indole. Si cancella cosi l’effetto penale e la condanna non risulterà di ostacolo ad una successiva sospensione condizionale della pena.
L’opposizione al decreto penale di condanna
Tuttavia, se non fosse ritenuta la migliore soluzione per il caso di specie, il decreto penale può essere opposto, personalmente o tramite il difensore, entro quindici giorni dalla notificazione. Con l’opposizione possono essere richiesti dei riti alternativi per la definizione del processo, come il giudizio abbreviato, il giudizio immediato o il patteggiamento.
Nell’ultima parte della disposizione è stato inoltre modificata dalla riforma la possibilità della sostituzione della pena detentiva con il lavoro di pubblica utilità. Dapprima era richiedibile sempre a mezzo di opposizione. Adesso basterà una semplice istanza di concessione di un termine di sessanta giorni per depositare la disponibilità dell’ente e il programma rilasciato dall’ufficio di esecuzione penale esterno .
Una piccola premessa di buon senso
Per usufruire di tutte le possibilità e le tutele che la legge ci mette a disposizione è fondamentale essere ben consigliati e, soprattutto, ben rappresentati. Affidarsi a un legale non è semplicemente un consiglio. È una norma di buon senso tanto immediata da essere riconosciuta come diritto fondamentale da tutte le costituzioni moderne. Se hai bisogno di assistenza puoi rivolgerti al nostro studio: tutela i tuoi diritti!
Articolo scritto in collaborazione con l’avvocato Lucrezia Zacchi