dichiarazione di successione

La dichiarazione di successione: l’aspetto burocratico dell’eredità

Nei momenti più tristi della vita, occorre pur sempre raccogliere le forze e adempiere ad alcune incombenze necessarie. Specie nel caso della dipartita di una persona amata, però, lo stato richiede alcuni adempimenti che, a seconda dei casi, possono presentare un grado di complessità più o meno gravoso e complesso. È il caso, ad esempio, della dichiarazione di successione.

Quando una persona viene a mancare vi sono degli adempimenti da compiere al fine di regolarizzare fiscalmente il subentro degli eredi nel patrimonio del defunto. L’adempimento principale è, appunto, la dichiarazione di successione che, a decorrere da gennaio 2017, si può presentare all’Agenzia delle Entrate solo in via telematica.

Chi deve presentare la dichiarazione di successione

E’ facoltà di ciascun erede presentare la dichiarazione di successione; in caso di più eredi è sufficiente che uno solo presenti detta dichiarazione anche a nome di tutti gli altri eredi.

Entro quando va presentata la dichiarazione di successione.

La dichiarazione di successione deve essere presentata entro 12 mesi dalla data di apertura della successione, ossia dalla data di decesso del de cuius. Si può presentare anche oltre detto termine ma si è esposti al rischio dell’applicazione di sanzioni amministrative per il ritardo.

A cosa serve la dichiarazione di successione

Detto adempimento serve per consentire allo Stato di calcolare la tassazione da applicare alla successione sulla base dei beni lasciati dal defunto. Infatti, nella dichiarazione di successione vanno obbligatoriamente indicati l’attivo e il passivo ereditario. L’attivo è composto da beni immobili (edifici, terreni) lasciati dal defunto, conti correnti, obbligazioni. Ne fanno parte anche quote o azioni di società di capitali, per i beni mobili il valore è calcolato nella misura del 10% del valore complessivo netto, salvo inventario.

Tra le passività vanno indicate le spese funerarie, spese mediche sostenute nel semestre precedente il decesso, i debiti contratti dal defunto risultanti da atto in forma scritta con data certa. Nella dichiarazione di successione vanno altresì indicati eventuali soggetti che abbiano rinunciato all’eredità o eventuali soggetti interdetti/incapaci.

Quali sono le imposte da pagare?

L’imposta di successione per il coniuge e i parenti in linea retta è soggetta alla franchigia di euro 1 milione per ciascun beneficiario (euro 1,5 milione in caso di erede con grave handicap). Sull’eccedenza si applica il 4%; per i fratelli e sorelle la franchigia è di euro 100.000,00 ciascuno, sull’eccedenza viene applicata l’imposta del 6%; parenti sino al quarto grado 6% senza franchigia; altri parenti/soggetti l’imposta applicata è dell’8% senza franchigia. Oltre a detta imposta si dovranno versare le imposte ipotecarie e catastali relative agli immobili.

Anche per queste faccende farsi aiutare è la cosa migliore

Quello in cui si subentra a un parente come eredi è sempre un momento difficile, carico di emotività e delicato. Per questo farsi assiste da un avvocato specialista in diritto di successione non è solo la cosa migliore da fare dal punto di vista legale. È anche un sollievo e un alleggerimento personale. Rivolgiti al nostro studio se hai necessità di assistenza: tutela i tuoi diritti!

Articolo scritto in collaborazione con l’avvocato Alberto Padoan

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