Le notizie online hanno una longevità che va ben oltre quella dei media tradizionali. Esistono, però, alcune informazioni che non vogliamo più siano di pubblico dominio. Il diritto alla rimozione di tali dati dalla rete viene chiamato “diritto all’oblio”, ma possiamo pretenderlo sempre?
Diritto all’oblio: di cosa stiamo parlando?
Il diritto all’oblio, sancito dall’articolo 17 del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), è un diritto fondamentale che consente agli individui di richiedere la rimozione dei propri dati personali online. Parliamo di notizie, foto, video eccetra, quando questi non sono più pertinenti, sono obsoleti o sono trattati illegalmente.
Nel contesto attuale, dominato dal digitale, il diritto all’oblio rappresenta una fondamentale salvaguardia per la tutela della propria reputazione. Questo impedisce di rimanere esposti senza limiti di tempo ad una rappresentazione non più attuale della propria persona, a causa della consultazione digitale o della ripubblicazione di una notizia relativa a fatti del passato. La tutela del diritto all’oblio, tuttavia, va posta in bilanciamento con l’interesse pubblico alla conoscenza del fatto. Si tratta dell’espressione del diritto di manifestazione del pensiero e quindi di cronaca e di conservazione della notizia. I criteri per il bilanciamento sono stati, infatti, individuati nell’attualità delle informazioni, nella loro esattezza e nella rilevanza pubblica del soggetto coinvolto.
Come esercitare il diritto all’oblio?
- La prima azione da intraprendere è inviare una richiesta motivata di cancellazione dei dati al titolare del trattamento, ovverosia il soggetto che determina le finalità ed i mezzi del trattamento del dato personale. Questi dovrà dare un riscontro entro un mese, prorogabile di due mesi in casi complessi. Google, ad esempio, ha predisposto un modulo web per l’inoltro di tale richiesta che dovrà essere corredata da motivazioni precise e dall’URL specifico in cui si trova la notizia da cancellare.
- Se il titolare del trattamento non rispetta i termini stabiliti, rifiuta la richiesta senza giustificazione adeguata. Oppure, se la risposta non è soddisfacente, l’interessato può presentare un reclamo al Garante per la protezione dei dati personali. Questi potrà ordinare la cancellazione dei dati se ritiene che ci sia stata una violazione del diritto all’oblio.
- Instaurazione di un contenzioso nel caso in cui l’interessato intenda tutelare i suoi diritti giudizialmente. L’azione giudiziaria mira a ottenere un ordine di cancellazione dei dati ed eventualmente un risarcimento per i danni subiti a causa della mancata tutela del diritto all’oblio.
Anche il nostro legislatore è intervenuto di recente, introducendo una tutela rafforzata e più celere del diritto all’oblio per i casi di cronaca giudiziaria. Ed infatti la riforma Cartabia ha introdotto l’art. 64-ter delle disposizioni attuative del codice di procedura penale. Con questo ha inteso garantire il diritto all’oblio degli imputati e delle persone sottoposte ad indagini nei cui confronti è stata emessa una sentenza di proscioglimento, di non luogo a procedere ovvero un provvedimento di archiviazione.
In tali casi il soggetto interessato potrà richiedere alla cancelleria del giudice che ha emesso il provvedimento di apporre il divieto di indicizzare i propri dati nella rete internet. In questo modo impedisce qualsiasi relazione futura online tra i propri dati personali ed il procedimento penale concluso con esito favorevole. Oppure, qualora le notizie sul web siano già pubbliche, deindicizzare i suoi dati con la rimozione dall’indice dei motori di ricerca.
Far valere i propri diritti è fondamentale, ma occorre farlo nel modo corretto!
Il diritto all’oblio è una richiesta molto diffusa nell’epoca di internet, e in effetti la tutela della privacy e della propria riservatezza è importantissima. Anche in questo caso, come in tutti quelli che richiedono la conoscenza della legge, non è il caso di muoversi da soli. L’intervento di un legale specializzato è fondamentale per non commettere errori e ottenere il risultato che ci prefiggiamo nel modo migliore e più rapido. Se ne hai bisogno contatta il nostro studio: tutela i tuoi diritti!
Articolo scritto in collaborazione con l’avvocato Giacomo Grasso