Chi di noi non è stato tempestato da messaggi pubblicitari inopportuni su ogni mezzo di comunicazione a disposizione? Chi non ha ricevuto chiamate da call center in orari improponibili, o ricevuto email spam? Cose simili avvengono con cadenza quotidiana a tutti, tanto che ormai non ci facciamo più caso. Eppure, il fatto che succeda, significa che una serie di dati relativi alla nostra persona, come la mail, il numero di telefono, le abitudini di acquisto e molto altro, sono usciti dal nostro controllo passando di mano in mano. E non a caso il trattamento dei dati personali è uno dei grandi argomenti di dibattito, oggetto di legge e preoccupazione di moltissimi cittadini.
Negli ultimi anni, la velocità con la quale è mutata la tecnologia ha posto problemi e sfide complessi, non solo dal punto di vista giuridico ma anche sociale ed etico. La rete non è più frequentata solo da piccole comunità di utenti, ma è un luogo di mercato vero e proprio e i dati personali degli utenti ne costituiscono la base.
Che cosa sono i dati personali?
Per dato personale si intende qualsiasi informazione riguardante una persona fisica identificata o identificabile, il cosiddetto «interessato». Questi può essere identificabile direttamente o indirettamente, tramite elementi come il nome, un numero di identificazione, dati relativi alla sua posizione o un identificativo online. Ancora, uno o più elementi caratteristici della sua identità fisica, fisiologica, genetica, psichica, economica, culturale o sociale.
Ma la legge come gestisce il trattamento dei dati personali?
I dati personali possono essere oggetto di «trattamento» secondo le regole ed entro i limiti stabiliti dal Regolamento generale sulla protezione dei dati.
Per trattamento dei dati personali si intende
“Qualsiasi operazione o insieme di operazioni, compiute con o senza l’ausilio di processi automatizzati e applicate a dati personali o insiemi di dati personali, come la raccolta, […] il raffronto o l’interconnessione, la limitazione, la cancellazione o la distruzione”.
Art.4 punto 2 GDPR
Alla base del problema del trattamento dei dati personali: la «data economy»?
Chiaramente, se un’esigenza di protezione e di normazione relativamente al trattamento dei dati personali è così sentita, c’è una spiegazione solida e tangibile. Il fatto è che, dietro al “traffico” dei dati personali si è costituito negli anni un giro d’affari di dimensione letteralmente indescrivibile.
Ci troviamo nell’era della “data economy”, un sistema economico che si fonda sull’attività di raccolta ed elaborazione di un numero sempre più ampio di dati. Questo comprende la produzione, la conservazione, il trattamento dei dati ottenuti mediante tecnologie digitali.
La particolare struttura di questo mercato è tale da rendere necessaria una regolamentazione di tipo pubblicistico. Lo Stato, insomma, realizza una regolamentazione a tutela di cittadini ed imprese. Infatti, la partecipazione al mercato è fortemente asimmetrica, data la presenza di grandi imprese multinazionali che operano in un regime di fatto monopolistico o oligopolistico. Basti pensare a Microsoft, Apple, Google, Facebook e Amazon.
L’aspetto preoccupante della vicenda riguarda il fatto che finora le informazioni sono state sfruttate principalmente dalle grandi corporations del web. Questo a fini esclusivamente pubblicitari e di controllo commerciale. La vendita dei dati si è trasformata in un vero e proprio business, che si pone alla base di piattaforme come Amazon, Meta e Google.
Tutto questo a quale scopo?
Queste corporations utilizzano infatti le informazioni raccolte per indirizzare l’utente verso determinati comportamenti economici, influenzando in maniera indiretta il suo libero arbitrio. Per tali ragioni l’utente dovrà aderire alla raccolta delle informazioni in maniera legittima e consapevole.
Ci potremmo interrogare su quale livello di privacy un individuo può realisticamente aspettarsi nell’epoca moderna. In un futuro imminente sarà verosimilmente un concetto da ripensare e da rivedere fin dai suoi tratti essenziali, per arrivare a concepire una nuova concezione di riservatezza e conseguente dominio sui propri dati personali. Questa, necessariamente dovrà tenere conto dei cambiamenti della società e del mercato.
In questa sede ci siamo limitati, però, a fornire solo qualche linea guida essenziale per una navigazione consapevole, perché anche la semplice consapevolezza rispetto al problema si può tradurre in forza contrattuale.
La tutela della privacy, sebbene semplice nei parametri che la legge delinea, diventa poi complicatissima nella vita quotidiana.
Se ritieni che i tuoi dati siano stati divulgati in modo lesivo e in violazione della legge, contatta il nostro studio: la prima consulenza è senza impegno!
Articolo realizzato in collaborazione con la dottoressa Camilla Marcato