ricongiungimento familiare

Ricongiungimento familiare: il diritto all’unità familiare dei cittadini di Paesi terzi. 

La scelta, spesso obbligata, di lasciare il proprio Paese d’origine comporta inevitabilmente la dolorosa separazione dalla propria famiglia e dai propri cari. Per questo la normativa nazionale, in applicazione dei principi di diritto internazionale, prevede degli strumenti giuridici che permettono alle famiglie di ricongiungersi e d’integrarsi nel tessuto socioculturale italiano. Il testo unico sull’immigrazione riconosce agli stranieri regolarmente soggiornanti, compresi i rifugiati, il diritto al ricongiungimento familiare. Quest’ultimi, chiaramente, con opportune e dovute deroghe riconducibili alla loro peculiare situazione di vulnerabilità.

L’ordinamento dunque in alcuni casi garantisce l’accesso a una procedura amministrativa il cui iter si conclude con l’arrivo del parente in Italia con un apposito visto d’ ingresso, e con il successivo rilascio di un permesso di soggiorno per motivi di famiglia. 

Chi può chiedere il ricongiungimento familiare e in favore di chi

Secondo la  legge lo straniero può chiedere il ricongiungimento solo per alcuni familiari e solo qualora ricorrano particolari requisiti. Di norma il familiare da ricongiungere può essere il coniuge non legalmente separato e comunque maggiorenne, oppure il figlio minore, anche se nato fuori dal matrimonio, per il quale l’altro genitore abbia prestato consenso. 

Risulta invece più difficile ricongiungere i figli maggiorenni e i genitori a carico. In questi casi occorre dimostrare, nel primo caso, che non siano in grado di provvedere al proprio mantenimento per comprovate ragioni di salute. Nel secondo caso, invece, occorre distinguere se l’ascendente abbia più o meno di 65 anni. Infatti, nel caso degli ultrasessantacinquenni, occorre comprovare che l’eventuale prole rimasta nel paese di origine non sia in grado di contribuire al sostentamento dei genitori per gravi e documentati motivi di salute.

Per contro, nel caso in cui non ci siano altri figli, sarà comunque necessario dimostrare che il genitore è a proprio carico (salvo abbia più di 65 anni). Di fatto, il richiedente deve dimostrare di aver coperto le spese per il mantenimento del genitore nel paese di origine attraverso l’utilizzo di canali tracciabili per l’invio del denaro. Ai fini di una valutazione positiva sulla dipendenza economica del familiare, non essendo prevista alcuna soglia minima, sarà ovviamente necessaria, da parte della pubblica amministrazione, un’indagine attuale e precisa sul costo medio della vita nel paese di provenienza. 

Quali sono i requisiti per l’ottenimento del ricongiungimento familiare? 

Per ottenere il nullaosta al ricongiungimento, il richiedente dovrà disporre di un alloggio di cui chiedere l’idoneità abitativa, di un reddito sufficiente a mantenere il familiare che si vuole ricongiungere e di un’assicurazione sanitaria nel caso dell’ascendente ultrasessantacinquenne. Senza entrare troppo nel dettaglio, l’Ordinamento esige che il familiare da ricongiungere non gravi eccessivamente sui conti pubblici del paese di accoglienza. 

In realtà, vista l’onerosità dei requisiti di carattere economico-reddituale di cui si è appena detto, una particolare forma di tutela è prevista per i rifugiati, i quali sono esonerati da doverli comprovare in sede di presentazione dell’istanza.

Ad ogni modo, il rilascio del visto è subordinato all’accertamento dell’autenticità della documentazione comprovante i presupposti di parentela, anche per mezzo di esami medici come, ad esempio, quello del D.N.A.

La procedura 

La procedura per ottenere il ricongiungimento familiare si divide sostanzialmente in due fasi

In un primo momento sarà il richiedente soggiornante sul territorio italiano a chiedere il nullaosta allo Sportello Unico per l’Immigrazione, che ha il compito di accertare l’oggettiva sussistenza dei requisiti di natura economico-reddituale.

Rilasciato il nullaosta, il cittadino da ricongiungere dovrà rivolgersi alle Rappresentanze Consolari del Paese d’origine per la formalizzazione della domanda di visto e l’accertamento dei relativi requisiti soggettivi.

Infine, se entrambe le fasi hanno esito positivo, quando il familiare giunge in Italia, è tenuto a recarsi presso la competente Questura che gli rilascerà il permesso di soggiorno per motivi familiari. 

In ogni procedura, compreso il ricongiungimento familiare, possono esserci problemi e intoppi!

Qualora si riscontrassero delle problematiche durante il procedimento, come ad esempio la notifica di un preavviso di rigetto o una decisione di diniego, sarà necessario rivolgersi ad un legale che possa intervenire per far valere le ragioni del richiedente. 

Se hai bisogno di aiuto rivolgiti al nostro studio:  tutela i tuoi diritti! 

Articolo scritto in collaborazione con la dottoressa Silvia Pellicani