Le tasse sono qualcosa con cui tutti noi abbiamo famigliarità, ma sono così tante che a volte non ne comprendiamo fino in fondo la natura. Eppure conoscerle è molto importante, soprattutto nel momento in cui non ci troviamo a pagare imposte sul reddito ma tasse strettamente legate alla nostra vita quotidiana che vanno a finanziare il livello a noi più vicino di amministrazione pubblica. È il caso dei tributi locali, che è giusto pagare ma che possono registrano anomalie che spesso vanno a danno dei cittadini: in questo caso, la legge ci mette a disposizione dei meccanismi di autotutela. Vediamo in cosa consistono.
Cosa intendiamo per “Tributi locali”
I tributi locali sono quei tributi stabiliti dalla legge statale che ne definisce i presupposti, i soggetti passivi e le basi imponibili. I più noti sono sicuramente l’IMU e la TARI. L’imposta municipale propria (IMU) è l’imposta dovuta per il possesso di fabbricati, escluse le abitazioni principali classificate nelle categorie catastali diverse da A/1, A/8 e A/9, di aree fabbricabili e di terreni agricoli ed è dovuta dal proprietario o dal titolare di altro diritto reale (usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie), dal concessionario nel caso di concessione di aree demaniali e dal locatario in caso di leasing.
La tassa sui rifiuti (TARI) è il tributo destinato a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. È dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte suscettibili di produrre i rifiuti medesimi.
Autotutela per i tributi locali: quando si può richiedere
È possibile chiedere in autotutela la rettifica o l’annullamento dell’atto che si ritiene errato.
Per rettifica si intende lasemplice correzione di errori materiali o di semplici irregolarità involontarie, mentre per annullamento si intende l’eliminazione dell’atto preso contezza della sua irregolarità tutto ciò può avvenire in autotutela, ovvero attraverso il quale l’ufficio tributi, qualora rilevi un errore contenuto nei propri atti, ha la facoltà di sistemare il proprio provvedimento senza costringere il contribuente a ricorrere alla commissione tributaria provinciale. L’annullamento dell’atto illegittimo comporta automaticamente l’annullamento degli atti ad esso consequenziali.
Come applicare l’autotutela
L’autotutela può essere applicata d’ufficio, se proviene dalla stessa pubblica amministrazione che, avvedendosi dell’errore, modifica il provvedimento viziato, oppure può essere richiesta su istanza del contribuente che ritiene l’importo richiesto non dovuto.
Questo per errore di persona o di soggetto passivo, evidente errore logico o di calcolo, errore sul presupposto d’imposta o doppia imposizione.
La presentazione dell’istanza di autotutela da parte del contribuente non sospende il termine per il pagamento del tributo né i termini per poter ricorrere al giudice tributario. Nel caso in cui l’ufficio tributi risponda negativamente all’istanza di autotutela presentata o rimanga in silenzio, il contribuente dovrà procedere al ricorso presso il giudice tributario, nei termini previsti dalla legge.
Il ricorso deve essere proposto, a pena di inammissibilità, entro sessanta giorni dalla data di notificazione dell’atto. In caso di rifiuto tacito alla restituzione di tributi, sanzioni pecuniarie ed interessi o altri accessori non dovuti o di silenzio-rigetto all’istanza di autotutela cd. obbligatoria può essere proposto dopo novanta giorni dalla domanda di restituzione o dall’istanza. La decorrenza dei termini processuali è sospesa di diritto ogni anno dal 1° agosto al 31 agosto.
Autotutela per i tributi locali: uno dei molti modi per tutelarci
Quando riconosciamo di essere stati sottoposti a un trattamento ingiusto, sia esso di natura fiscale o altro, da parte dello stato, è giusto opporci e far valere la nostra buona fede. E questo non solo per una questione di autotutela, ma per responsabilità nei confronti dello stato stesso, che può in questo modo riconoscere e correggere i propri errori. Per fare questo, però, occorre una conoscenza della legge approfondita. Per questo rivolgersi a un legale qualificato è sempre la migliore soluzione. Se ritieni di avere bisogno di assistenza, rivolgiti al nostro studio: tutela i tuoi diritti!
Articolo scritto in collaborazione con l’avvocato Lucrezia Zacchi