Consideriamo molto spesso come qualcosa di scontato l’idea che si possano recuperare i crediti dovuti da un debitore facendo conto sulle sue proprietà. Ma in effetti è molto più complesso di così: tanto per cominciare, per rifarsi su un debitore occorre conoscerne le sostanze, ossia individuare i beni di cui dispone. Ma è possibile? E come si fa?
Individuare i beni del debitore: la base legale
Il recupero dei crediti verso i debitori può presentare delle complessità. Per avviare un pignoramento è necessario innanzitutto capire di quali beni il proprio debitore dispone e quali crediti vanta nei confronti di terzi.
L’art. 492-bis c.p.c. così come riformato da ultimo dalla cosiddetta Riforma Cartabia (D.lgs. 149/2022), costituisce un efficace strumento per individuare tali beni ed andare “a colpo sicuro” quando si avvia una procedura esecutiva. L’art. 492 bis prevede che, su istanza del creditore, munito del titolo esecutivo e del precetto notificati, l’ufficiale giudiziario del Tribunale del luogo in cui il debitore ha la residenza/sede, proceda alla ricerca con modalità telematica dei beni da pignorare.
Come si possono individuare i beni del debitore all’atto pratico
La procedura per individuare i beni del debitore può essere avviata dopo la notifica del titolo esecutivo e dell’atto di precetto o addirittura prima della notificazione del precetto, ma solamente previa autorizzazione del Tribunale e solo qualora vi sia pericolo nel ritardo.
Una volta presentata l’istanza, l’ufficiale giudiziario accederà tramite collegamento telematico diretto alle banche dati delle pubbliche amministrazioni ed estrarrà le informazioni relative a:
– conti correnti bancari;
– beni mobili o immobili di proprietà del debitore;
– dichiarazioni dei redditi e certificazione unica;
– rapporti di lavoro;
– contratti di locazione;
– rapporti con enti previdenziali (quali INPS).
Al termine delle ricerche, l’ufficiale giudiziario redigerà un verbale nel quale saranno indicate le banche dati consultate e i relativi risultati e ne darà comunicazione al creditore.
Cosa succede una volta eseguita la procedura
Quali sono i possibili esiti?
– ricerca negativa: in capo al debitore non risulta alcun bene, alcun reddito o alcun rapporto finanziario;
– ricerca positiva: in capo al debitore risultano uno o più beni o crediti.
In quest’ultimo caso potranno accadere due cose:
– se l’Ufficiale avrà trovato un unico bene/credito, procederà a pignorarlo d’ufficio;
– se invece avrà trovato più beni/crediti pignorabili, si rivolgerà al creditore, chiedendogli quali beni intende aggredire. Il creditore entro 10 giorni dalla comunicazione dovrà indicare, mediante apposito atto, quali beni intende sottoporre a pignoramento, qualora non lo faccia, gli atti gli verranno restituiti.
Attenzione, però: dalla proposizione dell’istanza, il termine di efficacia del precetto (cioè il termine entro il quale procedere con l’atto di pignoramento), è sospeso fino al momento della comunicazione, da parte dell’ufficiale giudiziario, degli esiti delle ricerche.
Individuare i beni del creditore: una procedura complessa e delicata
Non è semplice avviare un procedimento di recupero crediti, così come non è semplice difendersi nel momento in cui lo si subisce. Si tratta di procedure complesse che intaccano la proprietà privata, e che quindi devono essere eseguite sempre sotto la supervisione e con il consiglio di legali esperti, sia dal lato del creditore che da quello del debitore. Per questo ti consigliamo di rivolgerti al nostro studio, se ne hai la necessità: tutela i tuoi diritti!
Articolo scritto in collaborazione con l’avvocato Camilla Marcato